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Vieni a visitare Arezzo
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Strada del Vino, Terre di Arezzo
La Strada del Vino Terre di Arezzosi snoda per 200 chilometri. Dal Valdarno, con San Giovanni e Montevarchi fino al percorso naturalistico di Cavriglia. Poi Bucine, Pergine e Civitella, con castelli, borghi e vedute su Valdarno e Valdichiana. Da Ambra verso la Valdichiana a Monte San Savino e Lucignano, tra vigneti e oliveti. E ancora Foiano, Pozzo, Marciano e Cortona. Da Castiglion Fiorentino ad Arezzo, posta al centro di quattro vallate ricche di storia e di cultura e da Arezzo verso il Casentino, con il Parco delle Foreste Casentinesi, e la Setteponti, ai piedi del Pratomagno. Infine il Borro, e vicino a Loro Ciuffenna, la Pieve di Gropina. Si torna a San Giovanni Valdarno, passando per Castelfranco di Sopra.
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La Fiera Antiquaria
Molti anni fa, nella piena maturità della sua vita professionale, Ivan Bruschi dette vita e forma all’intuizione che lo aveva animato da sempre, in cui meglio si traduceva il connubio tra l’amore per l’antiquariato e per l’arte e quello per la sua città.
Il 2 giugno 1968, in occasione della Festa della Repubblica, nasceva la Fiera Antiquaria, la prima manifestazione del genere in Italia ed ancora oggi la più grande a distanza di tanti anni trascorsi senza alcuna interruzione nella fitta cadenza mensile tra un’edizione e l’altra.
Così, dopo un periodo di abbandono ed emarginazione della parte alta della città, anche a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che avevano raso al suolo molti palazzi, la Fiera Antiquaria riportava la vita anche in Piazza Grande che agli inizi degli anni ’60 era stata abbandonata anche dal suo storico mercato ortofrutticolo del sabato.
Passo dopo passo, grazie all’instancabile entusiasmo e alle frequentazioni internazionali del suo fondatore, la Fiera rese celebre la sua città, visitata da personalità illustri della grande politica, delle istituzioni, del mondo dello spettacolo e della cultura. L’antiquariato si avviava così a divenire una componente non effimera delle attività economiche di Arezzo e portò linfa vitale negli antichi fondaci del centro storico, che si riaprirono alle botteghe, agli artigiani e al progressivo rifiorire delle attività.
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Itinerario alla scoperta de “La vita è bella”
Roberto Benigni ha girato proprio ad Arezzo molte scende del suo film Oscar “La vita è bella” che ancora ci intenerisce.
Ogni luogo di Arezzo che è stato location di una qualche scena del film inalbera la relativa targa con indicate le battute che lì si sono dette.
Ad esempio, in Piazza Grande hanno girato la scena in cui Benigni chiede alla Madonna la chiave per aprire il cuore della sua “Principessa” (vi ricordate che chiamava così Nicoletta Braschi?) e la chiave gli piove dal cielo.
Oppure, proprio in Piazza San Francesco, Benigni cerca di spiegare al piccolo Giosuè, suo figlio ne “La vita è bella”, perché ci sono dei cartelli che vietano l’ingresso a cani e ebrei nei negozi. Gli spiega che ognuno fa quello che vuole e che il giorno prima era entrato in un negozio che non accettava Cinesi e canguri.
Un tour sulle tracce del film è davvero un modo diverso di vedere una città.
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Casentino Golf Club Arezzo
Castelli medievali, pievi romaniche, scavi etruschi ed antichi monasteri quali Camaldoli, La Verna si integrano in un paesaggio toscano intatto che dal 1991 è divenuto Parco Nazionale. Il percorso è immerso in questo straordinario “cuore verde della Toscana” e può essere interamente seguito dalla Club House posta alla sommità di ampi terrazzamenti circondati da boschetti di querce e di castagni. Le 13 buche attuali presentano tutte elementi di interesse e vanno giocate con attenzione. La tecnica e la precisione sono preferibili a particolari doti di potenza. Gli ostacoli naturali e la conformazione offrono la possibilità di utilizzare tutti i bastoni della sacca a disposizione del giocatore, così come tutti i colpi del suo repertorio. Il Club fondato nel 1985 ha potuto disporre per i suoi associati delle prime quattro buche nel 1987 ed il percorso delle 9 buche dal 1990. Nel 1994 si è inaugurato l’attuale campo pratica, mentre nel 2013 sono state omologate la decima e undicesima buca del completamento a 18 ad oggi in costruzione.
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Piazza Grande Arezzo
Piazza Grande o Piazza Vasari di Arezzo è uno dei più armonici complessi architettonici d’Italia, quindi del mondo. Costruita in ripida salita, sulla sua insolita forma a trapezio si affacciano chiese, edifici storici, loggiati e antiche botteghe.
Guardando dal Pozzo posto sulla parte bassa della pazza, a sinistra vediamo la Pieve di Santa Maria e il Palazzo della Fraternita del Laici con l’orologio astronomico ancora funzionante. Su questo lato c’è anche la splendida fontana pubblica. Nel lato alto della Piazza si erge la sagoma del Palazzo delle Logge costruito su progetto del Vasari. A destra, il Palazzo Lappoli con il ballatoio in legno e il Palazzo Casatorre dei Cofani con la caratteristica torre. Curiosità: questa è la piazza de “La vita è bella” di Benigni, quando lo si vede più volte scendere in bici. Piazza Grande è sede della mensile Fiera dell’Antiquariato e della Giostra del Saracino.
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La Pieve di Santa Maria ad Arezzo
Affacciata su Piazza Grande, l’abside della Pieve di Santa Maria contribuisce alla scenografia d’insieme del principale luogo di Arezzo. La facciata principale della chiesa è nascosta in Via Seteria, a sinistra della piazza.
Ha cinque arcate cieche nel basamento e tre ordini di loggiati che si reggono su 68 colonne. Il poderoso campanile sulla destra è detto delle “100 buche” per la particolare lavorazione delle bifore abbinate su cinque piani. L’interno è a tre navate con soffitto a capriate. L’opera più importante della Pieve è il Polittico di Pietro Lorenzetti che raffigura una Madonna col Bambino, l’Annunciazione, Assunta e 12 santi. L’abside, che affaccia su Piazza Grande, è romanica con arcate cieche e due logge sovrapposte.
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Casa Museo di Giorgio Vasari
Arezzo ha giustamente reso omaggio a uno dei suoi figli più illustri: Giorgio Vasari, pittore, architetto e storico dell’arte italiano. Vasari acquistò questo palazzetto nel 1511 ma non ci visse per molto tempo: subito dopo il matrimonio con la quattordicenne Niccolosa Bacci, si trasferì a Roma e poi a Firenze. Nonostante questo, si occupò direttamente della decorazione della casa collezionando quadri, sculture e altre opere andate in gran parte disperse.
Dal 1911 è di proprietà dello Stato che lo ha destinato a Museo ed Archivio Vasariano che contiene scritti e corrispondenze che l’artista tenne con altre personalità del suo tempo tra le quali Michelangelo, Cosimo I de Medici e Pio V. La proprietà dell’archivio è contesa tra lo Stato e gli attuali proprietari dell’edificio, che hanno cercato di vendere l’intero archivio ad un acquirente russo. La visita alla Casa Museo permette di ammirare le opere distribuite sui tre piani: l’appartamento con la Camera della Fama e delle Arti, la Camera delle Muse, la Camera di Abramo e il Salone del Camino decorati dal Vasari e dai suoi allievi. In più c’è un bellissimo giardino pensile che l’artista curava personalmente.
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Giostra del Saracino
La Giostra del Saracino è un torneo equestre che si tiene due volte all’anno ad Arezzo. (Giugno e settembre)
Pur con origini medievali, si disputa, nella propria era moderna, dal 1931 e contrappone i quattro Quartieri in cui è suddivisa la città: il Quartiere di Porta Crucifera (conosciuto anche come “Colcitrone”), il Quartiere di Porta del Foro (conosciuto anche come “Quartiere di Porta San Lorentino”), il Quartiere di porta Sant’Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito (noto anche come “Quartiere della Colombina” e corrispondente all’antico Quartiere di Porta del Borgo).
La Giostra è oggi disputata in costume medievale (XIV sec), a memoria della sua magnificenza al tempo del libero comune, ma presumibilmente ad Arezzo si svolgeva già dal XIII secolo.
Si tratta di un’antica competizione cavalleresca, che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo che Buratto (un automa girevole che impersona il “Re delle Indie”) tiene sul braccio sinistro con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso nel braccio destro, il quale viene azionato da un meccanismo a molla che aumenta l’azione di rotazione già impressa dal colpo del cavaliere.
In principio, probabilmente, questo cavalcare contro un fantoccio era un esercizio militare, che lentamente avrebbe assunto i connotati di manifestazione nella quale si sfidavano i cavalieri durante particolari celebrazioni o semplicemente per dimostrare la propria abilità.
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Museo di Arte Medievale e Moderna
Questo piccolo museo è uno dei tanti scrigni italiani poco conosciuti e sempre messi in ombra dalle grandi gallerie. Il Museo di Arte Medievale di Arezzo, invece, è proprio quello che ci si aspetta da un museo: una bella selezione di opere, la tranquillità per potersele ammirare senza folla, guide competenti e disponibili.
Il museo è ospitato nella bella “Casa della Dogana” che un tempo ospitava i Monopoli di Stato. Dopo aver superato il grande cortile porticato si entra nelle sale divise per periodo storico. Lungo il percorso si incontrano opere di Pietro Lorenzetti, Parri di Spinello, Bartolomeo della Gatta, Andrea della Robbia, Vasari, bellissime ceramiche di scuola umbra e toscana fino ad arrivare alle opere più recenti dell’Ottocento toscano con tele di Telemaco Signorini e Cecioni.
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La Basilica di San Francesco
La basilica di San Francesco è un importante luogo di culto cattolico di Arezzo, famoso soprattutto per le Storie della Vera Croce, un ciclo di affreschi di Piero della Francesca presenti nella cappella. Nel febbraio del 1955 papa Pio XII l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
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Cattedrale dei Santi Donato e Pietro
Se la Chiesa di San Francesco è la più amata dai turisti, per la presenza degli affreschi di Piero Della Francesca, il Duomo di San Donato è la chiesa degli aretini di cui ha seguito le vicissitudini nel corso dei secoli. Costruita sul luogo della antica Acropoli cittadina, venne edificata a partire dal 1278 e finita solo nel 1500.
La facciata è stata rifatta all’inizio del 1900 mentre l’interno, originale, è diviso in tre ampie navate. Spiccano per bellezza le vetrate colorate di Guillame de Marcillat e la Maddalena di Piero della Francesca dipinta nel 1465. Nell’annesso Museo Diocesano sono conservate diverse opere tra cui alcune del Vasari e di Luca Signorelli. Il pannello in marmo con il “Battesimo di Cristo” che decora il Fonte Battesimale è attribuito a Donatello
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Una pausa al mercato coperto Alle Logge del Grano
Poco lontano da Porta San Lorentino, ecco il mercato degli agricoltori di Arezzo in città. Qui si possono trovare tutti i migliori prodotti della campagna aretina.
Ogni sabato poi ci sono degustazioni di prodotti locali per scoprire marmellate, yogurt, pasta e molto altro.
E se dopo aver fatto salite e discese a Arezzo vi venisse fame, sappiate che Alle Logge del Grano si può anche mangiare nell’omonima osteria la primo piano dalle 12 alle 15 ogni giorno feriale e la prima domenica del mese.
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Una passeggiata lungo le mura
Come tutte le città antiche, anche Arezzo è circondata da possenti mura e alla città, un tempo, si poteva accedere solo attraverso varchi controllati, le Porte.
Oggi le mura hanno perso il loro carattere di protezione, ma restano a cingere la parte più antica di Arezzo per circa 2,5-3 km.
Avete voglia di fare una passeggiata nel verde e ammirare da una parte le mura e dall’altra il paesaggio della campagna?
Allora potete di certo passeggiare lungo le mura e fermarvi ad ammirare le varie porte, come Porta San Lorentino in cui è conservata una copia della mitica Chimera: un leone sulla cui schiena c’è la testa di una capra e la cui coda è una serpe.
Opera di artisti etruschi ora al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la Chimera fu ritrovata nel Cinquecento proprio nella zona di Porta San Lorentino mentre si stava lavorando alle nuove mura volute dai Medici che erano divenuti signori della città.
Cosimo de Medici la volle per sé e ne era talmente rapito da procedere egli stesso alla pulizia del mostriciattolo, con attrezzi da orafo.
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